10/09/2018 – Il sistema di gestione per la qualità del Centro nazionale sangue – Istituto Superiore di Sanità, l’organo che coordina e supervisiona il sistema trasfusionale italiano, ha conseguito la certificazione di Sistema UNI EN ISO 9001:2015, quale ulteriore garanzia dell’assolvimento dei compiti istituzionali definiti dalla normativa vigente, a seguito di una rigorosa verifica, a cura di un ente accreditato, effettuata alla fine del mese di giugno.
La piena conformità alla suddetta norma, da anni il principale riferimento riconosciuto a livello internazionale per la gestione dell’organizzazione aziendale in tema di qualità, è stata attestata per l’insieme delle funzioni di indirizzo, coordinamento e supporto tecnico scientifico in materia trasfusionale, espletate dal Centro attraverso il coordinamento nazionale/interregionale delle attività trasfusionali, il supporto ai fini della programmazione e organizzazione delle attività del settore, l’emanazione di linee guida, il supporto al Ministero della salute per l’elaborazione di atti normativi, la progettazione di eventi formativi e divulgativi, la gestione di studi e progetti di ricerca scientifica e per il miglioramento della rete trasfusionale, la gestione dei flussi informativi di settore, l’attività di emovigilanza e sorveglianza epidemiologica, la gestione dell’elenco nazionale dei valutatori del sistema trasfusionale italiano, l’effettuazione delle visite di verifica associate a misure di controllo, la promozione del controllo di qualità esterno relativo alle procedure e metodiche diagnostiche in campo trasfusionale, il monitoraggio degli obiettivi definiti dalla normativa e dalla programmazione nazionale nel settore trasfusionale.
“Il percorso di progettazione del Sistema, avviato nel 2015, ha consentito di definire in modo puntuale gli standard di qualità che il Centro si impegna a garantire per tutti i servizi erogati – spiega il direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno – attraverso l’analisi del contesto esterno e dei bisogni e aspettative dei propri stakeholder (rete istituzionale, associazioni e federazioni dei donatori, strutture trasfusionali, associazioni di pazienti, società scientifiche, …), l’individuazione delle esigenze gestionali, la riprogettazione dell’organizzazione interna e la definizione di un sistema di regolamentazione e monitoraggio dei processi di erogazione del servizio e di quelli di supporto tecnico-amministrativo”.
Il Sistema di gestione per la qualità del Cns si caratterizza per l’approccio sistemico proattivo e dinamico ai servizi erogati, fondato sulla ricerca dell’efficacia e del miglioramento continuo dei risultati, con costante riferimento alle prescrizioni normative vigenti ma in grado di garantire nel contempo la flessibilità necessaria in un contesto in rapida evoluzione e alla continua ricerca di un ottimale livello di sostenibilità.
Fra le attività oggetto di certificazione, è presente anche il monitoraggio delle scorte di sangue delle Regioni e l’attivazione delle procedure di compensazione interregionale in caso di carenze, sia ordinarie che legate alle maxi-emergenze. “È importante – ricorda Liumbruno – che tutte le Regioni contribuiscano al sistema di compensazione nazionale e garantiscano, con il coordinamento del Cns, una organizzazione della rete di medicina trasfusionale tale da mantenere costante la disponibilità di plasma e sangue anche durante i mesi estivi, durante i quali spesso le carenze mettono a rischio anche le terapie per chi, come le persone talassemiche, ha bisogno di trasfusioni periodiche”.