In risposta alle informazioni circolate negli ultimi giorni in rete e su alcuni giornali in merito alla tempistica del taglio del cordone ombelicale nelle procedure di donazione, il Centro nazionale sangue (CNS) e il Centro nazionale trapianti (CNT) precisano quanto segue:
1. La rete italiana delle banche cordonali, coordinata a livello nazionale dal CNS in collaborazione con il CNT, lavora in un’ottica di cooperazione tecnico-scientifica interdisciplinare mirata all’affermazione di standard assistenziali di elevata qualità e sicurezza.
2. L’uso delle Cellule Staminali Emopoietiche (CSE) contenute nel Sangue del Cordone Ombelicale (SCO) rappresenta una realtà terapeutica ormai consolidata per il trattamento di pazienti affetti da diverse patologie del sangue.
3. In Italia la normativa vigente consente, nell’ambito dei servizi garantiti dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN), la raccolta e la conservazione del sangue cordonale donato in banche pubbliche. Le unità conservate vengono utilizzate, a fini solidaristici, per curare persone affette da patologie per le quali l’utilizzo clinico delle CSE è supportato da evidenze scientifiche.
4. L’OMS raccomanda il taglio (legatura o clampaggio) del cordone ombelicale tardivo, cioè non prima di 60 secondi dopo la nascita per garantire la protezione della salute della madre e del bimbo e assicurare il necessario apporto nutrizionale.
5. In Italia, come sancito dall’Accordo Stato-Regioni 20/04/2011, il clampaggio non viene effettuato prima dei 60 secondi dalla nascita; la raccolta non interferisce in nessun caso con l’assistenza al parto e la tempistica del clampaggio non ostacola il trasferimento dei nutrienti al neonato. Il nostro Paese è in linea con la maggior parte delle organizzazioni internazionali di sanità e le principali società scientifiche di settore. In accordo con la Società Italiana di Neonatologia (SIN) tutte le banche del sangue cordonale della rete italiana hanno adottato nei punti nascita le regola del taglio del cordone entro un tempo non inferiore ai 60 secondi dal momento del parto.
6. Per quanto riguarda la presunta incompatibilità tra donazione del sangue cordonale e la salvaguardia della salute del neonato, la pratica clinica della donazione prevede il prelievo a partire da un minuto fino a due minuti dalla nascita, una tempistica che determina una raccolta sufficiente ed adeguata di cellule staminali e non interferisce con le procedure del parto.
7. Da quando è stata introdotta in Italia la raccolta del sangue cordonale per finalità di donazione (1993) nessuna reazione avversa è stata segnalata a carico dei neonati “donatori”. Stesso dicasi per gli altri paesi europei e extra europei.
8. In caso di parto prematuro le mamme non possono accedere alla donazione di sangue cordonale (esistono altri criteri di esclusione, cfr. Decreto 2 novembre 2015).
9. In accordo con il Position Statement del 2011 “Raccolta e conservazione del sangue cordonale in Italia” sottoscritta da Istituzioni e Società Scientifiche italiane e internazionali e condiviso, tra gli altri, dalla Federazione Nazionale Collegio delle Ostetriche (FNCO), “L’uso delle CSE del SCO nell’ambito delle applicazioni cliniche ormai consolidate da comprovate evidenze scientifiche deve essere sostenuto e valorizzato; devono essere sviluppate sinergie interdisciplinari fra società scientifiche per intraprendere progetti finalizzati all’incremento dell’inventario nazionale delle unità SCO conservate a scopo solidaristico e dedicato”.
Focus On
22 Settembre, 2017
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