Il Sistema sangue italiano tiene, ma calano i donatori. Il sistema sangue italiano ‘tiene’, ma inizia a dare qualche segnale di logoramento, a partire da un calo dei donatori fisiologico per l’invecchiamento della popolazione ma che richiede un rilancio delle donazioni soprattutto fra i giovani. Il dato è stato presentato durante la Consultazione plenaria del Sistema sangue che ha riunito a Roma, il 29 maggio 2017, rappresentanti delle associazioni di volontariato e delle istituzioni.
Il sistema sangue italiano ‘tiene’, ma inizia a dare qualche segnale di logoramento, a partire da un calo dei donatori fisiologico per l’invecchiamento della popolazione ma che richiede un rilancio delle donazioni soprattutto fra i giovani. Il dato è stato presentato durante la Consultazione plenaria del Sistema sangue, che ha riunito a Roma rappresentanti delle associazioni di volontariato e delle istituzioni.
19 maggio 2017. Secondo i numeri elaborati dal Centro Nazionale Sangue nel 2016 sono stati registrati circa un milione e 688mila donatori, una cifra in calo di 40mila unità rispetto all’anno precedente e che è anche la più bassa dal 2011. Anche le donazioni di plasma, necessarie anche per la produzione di farmaci utilizzati per molte terapie salvavita, sono in calo di circa il 5%, anche se la quantità inviata alle industrie di lavorazione nel 2016 è maggiore perché è aumentato il volume raccolto per ogni singola donazione. A fronte del calo dalla parte della donazione si registra invece un aumento del numero di pazienti trasfusi, circa 660mila nel 2016 (+3,7%), anche se la quantità di sangue trasfuso è in leggero calo per l’adozione delle tecniche di “Patient Blood Management”, che permettono un risparmio della risorsa. A garantire l’autosufficienza nazionale, sottolinea il Direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno, è soprattutto il meccanismo di compensazione che prevede che Regioni che raccolgono più sangue del fabbisogno lo cedano a chi è in crisi. A contribuire maggiormente sono state nel 2016 Piemonte (32%), Veneto (16%), Friuli-Venezia Giulia (13%), Lombardia (12%), Provincia autonoma (PA) di Trento (8%), Emilia-Romagna (4%), Campania, Valle d’Aosta e PA di Bolzano (circa 2% ognuna).
“Il sistema è sostanzialmente in equilibrio, ma in alcune regioni periodicamente è necessario ricorrere alla compensazione – sottolinea Liumbruno -. La Sardegna ad esempio ha un’ottima raccolta, ma non è autosufficiente perché ha molti pazienti talassemici, che necessitano di molto sangue per le terapie. Proprio in questi ultimi giorni la Regione sta registrando delle carenze importanti che rischiano di fare ritardare le terapie trasfusionali programmate destinate ai numerosi pazienti sardi affetti da talassemia, ed è necessario che le altre mantengano gli impegni. Per questo è importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta, anche aumentando la ricettività dei servizi trasfusionali”.
Anche il volontariato si è mobilitato per ‘ringiovanire’ i donatori con una serie di iniziative volte al coinvolgimento delle nuove generazioni. Il prossimo 14 giugno ad esempio, in occasione della Giornata Mondiale sulla donazione proclamata dall’Oms, le principali associazioni con il Ministro della Salute hanno programmato un convegno con rappresentanti del ministero dell’Istruzione e del Coni per portare avanti la collaborazione con il mondo della scuola e dello sport.
“Le Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue hanno il compito di coinvolgere i cittadini su un tema che interessa tutta la collettività – dichiara il Civis (Coordinamento interassociativo volontariato italiano sangue) -. È indispensabile continuare l’attività di informazione e sensibilizzazione sulla donazione di sangue ed emocomponenti, in modo da favorire una sempre più ampia partecipazione”.