Leucemia: staminali cordonali preziose in pazienti con malattia minima residua
Una recente analisi retrospettiva, effettuata da un team del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, con a capo un ematologo e ricercatore italiano, e pubblicata sul The New England Journal of Medicine, ha comparato gli esiti clinici di 584 pazienti affetti da leucemie e sindromi mielodisplastiche sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche cordonali provenienti da fonte non correlata (non familiare) o a trapianto di cellule da donatori adulti non correlati, evidenziando che anche con trapianti da cordone si possono ottenere risultati davvero importanti con tassi di sopravvivenza superiori al 70%.
In particolare lo studio ha mostrato che il tasso di sopravvivenza complessiva dei pazienti osservati dopo il trapianto di sangue cordonale è paragonabile a quello dopo il trapianto di cellule da donatore non correlato HLA-compatibile e significativamente maggiore rispetto a quello dopo il trapianto da donatore HLA-incompatibile.
Il sangue cordonale è una risorsa preziosa perché, data la relativa immaturità immunologica delle cellule, consente di superare le tradizionali barriere di compatibilità, permettendo di effettuare trapianti con esiti favorevoli anche tra soggetti non perfettamente HLA-identici.
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