Il sistema trasfusionale italiano ha retto all’epidemia di Covid, anche se continuano i segni di logoramento visti negli ultimi anni, con un calo sia dei donatori totali che di quelli nuovi, con l’unico segno ‘più’ per i donatori in aferesi, probabilmente per effetto delle campagne sul plasma iperimmune. È quanto emerge dal monitoraggio del Cns, pubblicato in occasione del Wbdd. Questi i numeri principali che emergono.
● I donatori totali nel 2020 sono stati 1626506, in calo del 3,4% rispetto al 2019
● I nuovi donatori sono stati 355174, in calo del 2,0%
● Aumentano i donatori in aferesi, quelli cioè che donano plasma o singoli componenti del sangue, che nel 2020 sono stati 217638 (+7,5%)
● Le donazioni sono state quasi 2,9 milioni, di cui 2,5 milioni di sangue intero e il resto in aferesi. Ogni donatore in media effettua 1,8 donazioni l’anno.
● Sono in calo i pazienti trasfusi, 638mila contro 603mila, e le trasfusioni totali sono state 2,8 milioni contro 2,9 milioni del 2019. Il sistema ha permesso comunque di garantire oltre 5 trasfusioni al minuto ai pazienti.
● Continua a salire l’età media dei donatori, con un calo di quelli tra 18 e 25 ani, scesi sotto i 200mila, e di quelli nelle fasce superiori fino a 45 anni, mentre aumentano quelli sopra questa età.
“Il sistema è riuscito, pur nell’emergenza pandemica, a mantenere l’autosufficienza per quanto riguarda i globuli rossi – commenta Vincenzo De Angelis, direttore del Cns -. I numeri ci dicono però che l’invecchiamento della popolazione si sta riflettendo anche sui donatori, e occorre invertire il trend per continuare a garantire le trasfusioni, che ricordiamolo sono un Livello essenziale di assistenza per il Ssn”.